Rs Keep Calm (Underdog)
ROCKON – 12/03/2013 – Recensione
«Sembra quasi pleonastico sottolineare che “Keep Calm” è un progetto tecnicamente inappuntabile e studiato con la massima ricercatezza sia negli arrangiamenti sia nell’interpretazione canora»
Azzurra Funari – IMPATTO SONORO – 21/02/2013 – Intervista
«Il progetto Underdog non è cambiato, o meglio cambia sempre: continuiamo sempre la nostra personale ricerca di un’espressività musicale nuova e non legata ad alcuno schema. Più che cambiamento mi viene da pensare a questi anni come ad una crescita»
Vittorio Formenti – MESCALINA – 19/02/2013 – Recensione
«Un disco geniale, denso di incroci e di mescolanze che conferma un teorema vero in tutti i settori della vita umana: gli incroci rafforzano la discendenza. La razza pura venga lasciata agli idioti, destinati per questo a scomparire (si spera il prima possibile); lunga vita alla libertà che non rinnega la storia ma la sa rinnovare con creatività»
Giampiero Amodeo – MUSICKR – 02/02/2013 – Recensione
«Una band geniale, a metà tra il jazz americano anni 30 e le sperimentazioni di fine secolo (da Les Claypool alla trip-hop), che vedono in Keep Calm la loro massima espressione. Smussati gli angoli più fastidiosi del precedente disco, incentivati gli elementi vincenti, tutto ciò che resta è una pianificata follia musicale»
Francesco Morstabilini – SHIVER WEBZINE – 26/12/2012 – Recensione
«Originalità ed eclettismo si sprecano in questo percorso dove il post-rock si fa jazz e il jazz si fa post-rock e la musica circense si mescola a vaudeville e cabaret e sonorità slave si fondono in improvvisi echi industrial, tanto che i Gogol Bordello paiono studenti in interrail al confronto»
Francesco Santoro – NEWS MAG – 25/12/2012 – Recensione
«La band raccoglie l’insofferenza dilagante per denunciare uno stordimento causato dalla distruzione di sicurezze e dalla demolizione di ideali: oltre alla pancia vuota, i trentenni di oggi sono rimasti con un pugno di mosche in mano»
Franco Galato –FREAK OUT MAGAZINE – 03/12/2012 – Recensione
«“Keep Calm” rimanda ad immagini che lasciano inventare una New Orleans modernissima, una visione quasi futuristica della città; quella degli Underdog è una corsa musicale che incendia le strade con la mistione di generi che parte dall’idea generale di un jazz avanguardistico e chiaramente nipote del futuro di personaggi come Mingus (una delle loro grandi figure ispiratrici)»
Gianluca Polverari – ONDAROCK – 01/12/2012 - Recensione
«Gli Underdog ci sanno fare, poiché sorprendono con le tante sfaccettature che mettono in campo, dimostrandolo ulteriormente con la loro godibile rivisitazione di un evergreen quale “Cuore matto” di Little Tony, che di sicuro apprezzeranno anche mamme e nonne»
OSSERVATORI ESTERNI – 01/12/2012 – Recensione
«Siamo di fronte ad un lavoro che non ha angoli, confini o argini di sorta, spazia nel tutto: "Keep Calm" è Musica, si va dal tango di “Empty Stomach” al gipsy “Macaronar”, dal free jazz di “Jackie The Priest” al rock ’50 di “Goodbye”, senza avere ponti o artifizi che ne diano un senso logico o quantomeno un collegamento tra loro»
Max Sannella – LA SCENA – 27/11/2012 – Recensione
«Torna sulle scene il privilegio di un insieme di session fastose e contagiose che utilizzano la musica ed il glossario dell’inventiva per incantare e impreziosire l’uso del lettore stereo come se fosse un conturbante juke-box di cose maledettamente belle. Tornano gli Underdog con “Keep Kalm”, un disco che attraversa l’udito come una freccia che sa di psicoterapia selvaggia»
Emiliano Terracciano – ROCKAMBULA – 23/11/2012 – Recensione
«Quando la creatività è a mille e quando le doti tecniche sono 4 o forse 5 o magari 6 piani al di sopra della media, non esistono schemi preconcetti o peggio ancora generi a cui attenersi. Esiste solo la musica e la voglia di suonare. Ed è rinchiusi in sala prova per parecchi mesi che gli Underdog hanno sfogato la loro voglia di riassumere e fagocitare tutto ciò che ha pervaso i loro ascolti e le loro ambizioni»
Leonardo Follieri – NET1NEWS – 16/11/2012 – Intervista
«Brani e arrangiamento nascono in modo opposto. Per questo disco ci siamo rinchiusi in una lunga session improvvisata, durante la quale sette persone hanno creato insieme in un vortice di amore e odio. Ogni strumento, ogni musicista cerca un proprio spazio nel brano, alterandone gli equilibri fino ad arrivare alla struttura finale»
Ida Stamile – EXTRA MUSIC MAGAZINE – 02/11/2012 – Recensione
«“Keep Calm” è una sorta di giostra armonica di colori e sonorità caleidoscopiche, un disco dalle mille ed interessanti sfumature, una incantevole, a tratti ignota e tetra, fantasmagoria musicale surreale e variopinta»
WAKE UP NEWS – 22/10/2012 – Intervista
«Siamo giunti alla conclusione che ognuno ha la sua ispirazione e ci mette del suo. Basia ad esempio ha un’impronta jazz, ma ho paura a parlare per gli altri, perché magari mi sbaglio»
STORDISCO – 19/10/2012 – Recensione
«Se ti puoi permettere di fare una cover jazz schizofrenica di “Cuore Matto” di Little Tony e risultare comunque credibile innegabilmente il talento è dalla tua parte. A tentare e riuscire nell'impresa sono gli Underdog, band eclettica che con questo secondo album porta la propria vena jazz ad un livello superiore, mischiandoci un po' di tutto e stupendo anche quando rimangono nei canoni “normali” del genere»
Davide Manca – TOYLET MAGAZINE – 05/10/2012 – Recensione
«Batteria e basso progressive stendono strutture dinamiche e articolate su cui un pianofoforte delicato si scontra con archi e fiati veloci e sfuggenti, note distorte e filtri vocali; le stesse voci contrastano tra una maschile, isterica e contagiosa, e una femminile lirica, ma calda e angelica, cantando scenari oscuri, teatro dei derelitti della società, mostrando ed esorcizzando ogni male proprio come nella musica nera delle origini»
Stefano Solventi – SENTIRE ASCOLTARE - Recensione
«Aspettatevi quindi un po' di tutto, in primo luogo una bravura quasi irritante sugli strumenti (di certo una spanna sopra la media del tipico indie rocker) tra le patafisiche circensi di Empty Stomach, i velluti mitteleuropei di Soul Coffee, l'incubo rumba di Macaronar»
«É un circo. Un grande tendone di world music, di jazz e tanta altra roba: che so, la voce maschile mi ricorda il Lydon dei PIL. A proposito, le voci sono due, anime dalle polarità opposte lanciate l’una verso l’altra, apparentemente nemiche e poi trapeziste complici»
Francesco Cipriano – INDIE EYE – Recensione
«Dodici gli episodi di questo lavoro, senza la benché minima sbavatura o un solo frangente appannato, passando dagli infusi noise-jazz di Lundi Massacre e Macaronar alla bossanova e tango argentino di Jack The priest, I’m waiting for my doc e Goodbye»
Alessia Cipriano – WE-NEWS – Intervista
«"Goodbye" è una dichiarazione di addio, è la fine di una storia. Volevo descrivere la sensazione di una persona che, nonostante tutto, dopo vari tentativi e dopo aver provato diverse strade, getta la spugna»
«La componente live nella nostra musica è stata sempre importante, abbiamo sempre portato spontaneamente una forte componente teatrale. Il fatto di approcciare al palco col passar del tempo ci ha plasmati, ma in maniera casuale, spontanea»
Video intervista e live per XL:
http://xl.repubblica.it/articoli/generazione-xl-underdog-e-giovanni-gulino/3130/
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